Il Fondo nazionale per il sistema integrato 0-6
Il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni è stato istituito dall’art. 12 del. D.lgs. n. 65/2017 al fine di sostenere il sistema educativo integrato per la prima infanzia (0-6 anni), in conformità con il decreto legislativo stesso.
Il Fondo rappresenta un cofinanziamento statale delle risorse stanziate annualmente dalle Regioni ed è finalizzato a interventi di edilizia, gestione e qualificazione dell’offerta di servizi educativi per l’infanzia autorizzati e/o accreditati e scuole dell’infanzia statali e paritarie.
Le risorse sono erogate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca direttamente ai Comuni previa programmazione regionale, sulla base delle richieste degli Enti locali, con priorità per i Comuni privi o carenti di scuole dell'infanzia statale, al fine di garantire il soddisfacimento dei fabbisogni effettivi e la qualificazione del Sistema integrato di educazione ed istruzione, secondo criteri definiti annualmente. In particolare, alla formazione del personale educativo e docente e alla promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali è riservato annualmente almeno il 5% delle risorse complessive.
Le Regioni devono programmare l'uso delle risorse in accordo con il Ministero dell'Istruzione e gli Enti locali, assicurando trasparenza ed efficacia nell'impiego dei fondi.
Il Fondo è parte integrante della strategia nazionale per lo sviluppo del sistema integrato 0-6 anni e segue le linee guida del Piano di azione nazionale pluriennale.
All’Intesa in sede di Conferenza Unificata dell’8 luglio 2021, hanno fatto seguito le Intese del 4 agosto 2021 e del 9 settembre 2021 propedeutiche all’adozione dei decreti ministeriali di riparto delle risorse del Fondo nazionale per il sistema integrato 0-6, rispettivamente per una prima quota delle risorse dell’esercizio finanziario 2021, pari a 264 milioni di euro e, per la restante quota di risorse, pari a 43,5 milioni di euro. Anche per gli anni successivi 2022 e 2023 viene confermato lo stesso importo, con una media di 309 milioni annui.