Corte dei conti: Relazione sulla spesa sociale negli Enti territoriali
28/10/2025Approvata dalla Sezione autonomie della Corte dei conti la Relazione sulla spesa sociale negli enti territoriali (Delibera n. 18/SEZAUT/2025/FRG) è basata sul confronto tra i dati di bilancio degli enti e le risultanze delle principali fonti statistiche nazionali e descrive la diffusione della spesa sociale sul territorio, correlando le erogazioni comunali con la reale domanda di assistenza e inclusione sociale.
Secondo la magistratura contabile, i fattori demografici (invecchiamento della popolazione, bassa natalità) e i livelli di istruzione inferiori alla media europea incidono sulla sostenibilità del sistema, con una prevalenza della spesa corrente (per la gestione immediata dei bisogni) su quella per investimenti che limita la capacità di innovazione e rafforzamento delle strutture sociali. Queste disomogeneità, specifica la Corte, compromettono l’equità e l’uniformità dei diritti sociali, rendendo necessari sia un riequilibrio nella distribuzione delle risorse, che l’effettiva erogazione di standard minimi omogenei di prestazioni su tutto il territorio nazionale.
Due le principali direttrici di intervento emerse dall’analisi. Da un lato, il rafforzamento dei meccanismi perequativi nazionali per garantire livelli essenziali e uniformi di servizi sociali e, dall’altro, il sostegno alle amministrazioni locali più deboli, attraverso non solo trasferimenti finanziari, ma anche azioni di capacity building e potenziamento organizzativo.
Il modello gestionale per l’erogazione dei servizi si conferma misto e differenziato, caratterizzato da un ampio ricorso ai soggetti del Terzo settore (cooperative, associazioni, fondazioni). Le procedure aperte assorbono la quota di spesa maggiore, ma gli affidamenti diretti prevalgono numericamente, soprattutto nei piccoli Comuni (tra 1.000 e 5.000 abitanti).
Sul futuro del welfare, la Corte sottolinea la necessità di un rafforzamento del sistema in chiave di sostenibilità e integrazione e prospetta un modello caratterizzato da un crescente coinvolgimento della società civile, nel quale sia ampliato il ricorso a strumenti di partenariato pubblico-privato e a forme di cooperazione con gli enti del Terzo settore, con lo Stato nel ruolo di indirizzo e controllo.
Fonte: Corte dei conti