L’associazionismo comunale consiste nella gestione associata tra Comuni di funzioni locali, con la finalità di garantire un efficace governo dei territori e, soprattutto per i Comuni più piccoli, ottimizzare le risorse disponibili e potenziare l’erogazione dei servizi al cittadino.
Le forme associative consentono, infatti, di ridurre i costi operativi sfruttando economie di scala non raggiungibili dai singoli Comuni, soprattutto di piccole dimensioni, nonché di semplificare i processi decisionali e amministrativi e migliorare la qualità dei servizi attraverso la condivisione delle risorse e delle competenze.
Oltre alle convenzioni – forme associative “leggere”, di natura negoziale – tra i modelli associativi si annoverano anche le unioni e le fusioni di Comuni, che si caratterizzano per un legame più intenso e strutturale.
Una prima tipizzazione delle forme associative si è avuta con la legge n. 142 del 1990, che prevedeva i consorzi, le unioni di Comuni e le Comunità montane.
Il T.U.E.L. (d.lgs. n. 267/2000) disciplina varie forme di cooperazione tra Comuni: le convenzioni, i consorzi, le unioni, le fusioni tra Comuni e le Comunità montane.